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Lanti-promessa damare

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Da anti-«poeta», vittima della mia anti-«poesia»

non sarei in grado di dedicarti che un’anti-«promessa» d’amore,

la mia anti-«promessa» d’amore avrebbe i tratti d’una sinestesia,

la durezza staliniana dell’acciaio e la dolcezza del colore,

la finezza dell’amicizia e la consistenza dell’amore,

i tuoi occhi, candidi, mi tramutano in cinico malato d’idrofobia,

e contro la rabbia – monamour- non esiste dottore.

 

Anti-«promessa» d’amore da leggere davanti all’ufficiale di stato civile,

come riuscire a convincere un mondo tecno-triviale

che ti ho amata dal Giugno del 1976, forse, addirittura, da Aprile,

io ero un embrione e tu, ancora, eri immersa nell’aurora boreale,

saresti stata sei anni un angelo, un fantasma, l’inessenza di un frattale,

senza fare una piega a attenderti, sei anni, trentasei anni, senza niente da dire,

i contemporanei montoni di Panurgo mi condannerebbero al silenzio totale.

 

Sei la mia anti-«promessa» d’amore e, magari, il concetto ti suona insensibile

ti osservo dormire, serena, come una briciola adagiata in un tostapane,

il mio amore – mi spogli dal ruolo di «guastatore»- è abissale come un sommergibile,

condannato a disseminar siluri sotto (mentita) spoglia di pesci-cane.

 

     [inedito, 2018]

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